Per partecipare al Milano 48 ore – Instant Movie Festival (qui il contest) bisognava ritirare la sera di venerdì 13 giugno una busta chiusa contenente il tema generale a cui ispirarsi [che per tutti i partecipanti era: [(S)FORTUNA] e un oggetto particolare che avrebbe dovuto assumere un certo rilievo nel film [nel nostro caso: un mazzo di carte napoletane]. Da quel momento le due registe Patty e Andrea con l’assistente Marina hanno cominciato a girare, girare, girare: fisicamente e cinematograficamente per la città (prima di tutto le carte! regalate dall’Osteria del Biliardo di Affori, da mettere subito in lavatrice e poi nel thè per farle sembrare antiche). E poi, macchina in mano e a mano, per girare davvero il film: la storia di una donna, una cantante lirica che arriva a Milano per un’importante audizione alla Palazzina Liberty (l’attrice protagonista Susie Georgiadis è veramente una cantante lirica, nella vita; e la voce della colonna sonora è sua, compresa l’audizione si sabato mattina 14 giugno, quindi per puro caso autentica). Spera, come ogni volta, che questa sia quella decisiva per la sua carriera di artista: condizione universale in cui ogni artista si può riconoscere.
Milano per la protagonista è il ricordo della magnifica zia Alda, donna coraggiosa nel superare molte sfide e grande appassionata di lirica (che la chiamava affettuosamente Musetta, come il personaggio della Bohème, da cui l’aria «Quando m’en vo» del titolo). E Musetta, dopo l’audizione, ispirata da Alda, si ritrova seduta sul gradone della fontana del Castello proprio come nella storica fotografia che la zia le ha lasciato insieme ad altri oggetti/talismano: una collana di perle, e le carte che amava utilizzare per consultare il futuro. Musetta sa che il 5 di quadri significa «sorpresa, novità, messaggio felice», e la usa per riparare la scarpa consumata dai passi del suo sempre faticoso cammino professionale.
È stata un’esperienza fantastica, tutta al femminile (soggetto, storia, testi, attrice, regia, voci). Abbiamo lavorato come pazze per due giorni anche di notte, a volte con le mani nei capelli (come testimonia la foto): ma in un costante stato adrenalinico che ci faceva divertire, inventare, assemblare, creare parole insieme a dissolvenze e assolvenze, registrare, montare.
Dopo circa 30 ore, il film magicamente esisteva! (eccolo qui). Gli ultimi interventi sono stati frenetici: tante piccole correzioni (e quante altre avremmo voluto farne, ma il tempo scadeva… “Basta dai, masterizziamo e va bene così, è bellissimo!“).
Alla fine, Patty e Andrea sono andate a consegnarlo trionfanti all’Olinda/ex Paolo Pini domenica 15 giugno, un’ora prima della scadenza del regolamento ufficiale. Prima esperienza di questo genere, nata un po’ per caso. E non abbiamo vinto! Ma siamo state così contente, che andremo avanti a fare piccoli film per lavoro e per passione. Ecco il vero senso di questa avventura entusiasmante.