In Bicocca fermare il femminicidio si può

In Gran Bretagna si è pensato che prevenire sia meglio che curare, e i risultati si vedono: a Londra si è passati da 49 femminicidi nel 2003 a soltanto 5 vittime della violenza domestica nel 2010. Come? scotland2Con il metodo Scotland, ovvero il piano stilato dalla baronessa Patricia Scotland, ex Guardasigilli del governo laburista ed ora membro della Camera dei Lord, fondatrice del Global Foundation for the Elimination of Domestic Violence (EDV). A chi deve interessare questo risultato? A tutti, uomini e donne, ma soprattutto ai nuovi politici che si accingono a governare dopo le elezioni. I quali, tutti, devono studiare: per capire come si affronta e si risolve questo tragico fenomeno italiano (120 vittime nel 2012!).

bicoccaDunque, un invito: fiondarsi alla Bicocca, perché «Patricia Scotland sarà nella nostra Università per parlare del suo modello anti-violenza e per trovare con noi la soluzione più adatta all’Italia», annuncia in questa intervista Marina Calloni, docente di Filosofia Politica e Sociale dell’Ateneo. E in questo video ci spiega che il metodo Scotland è un modello olistico: come dire, servono politiche adeguate e integrate a più livelli; devono essere coinvolte tutte le istituzioni, i politici, e anche – novità del metodo Scotland – i datori di lavoro. Qui il comunicato dell’evento del 31 maggio, con tutte le indicazioni.

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Scerbanenco e le donne

scerbanencoSto rileggendo Scerbanenco, grande scrittore italiano del Novecento: prolifico come Simenon in Francia, e altrettanto sottovalutato forse proprio in virtù dello stesso understatement letterario con cui entrambi scrivevano le loro indagini poliziesche, addentrandosi nei labirinti oscuri della psiche umana.

venere privataCosì mi trovo ieri sera, evitando i talk show sulle già storiche dimissioni del Papa, a pagina 121 di Venere privata, dove leggo la frase «Adesso usano le donne per la pubblicità di qualsiasi cosa». “Usano”, fa dire Scerbanenco al suo poliziotto Mascaranti incaricato di far luce sulla morte di Alberta Radelli, trovata uccisa alla periferia di Milano. Assassinata come la sua amica Maurilia Arbati, insieme alla quale cercava di sbarcare il lunario tra lavori leciti e non, facendosi sfruttare dagli uomini.

Ora, Venere privata (primo romanzo del ciclo Duca Lamberti) è stato pubblicato nel 1966, 47 anni fa. E ancora oggi, più che mai, le donne vengono sfruttate nelle pubblicità volgari che ne umiliano la dignità personale. Peggio, sempre più donne vengono uccise. Al punto che in questi ultimi anni è stato necessario coniare il neologismo femminicidio per identificare gli omicidi di donne in quanto donne: quasi sempre desiderose di sottrarsi alla violenza da parte degli uomini (secondo i dati ONU, 1 donna uccisa ogni 3 giorni, di cui il 70% all’interno di violenze domestiche che in Italia rappresentano l’85% della violenza sulle donne).

no-more-femminicidioServono politiche adeguate, anche e soprattutto culturali, che in Italia non ci sono. Ecco perché è nata la Convenzione NO More!, firmata dalle più importanti associazioni femminili (tutti i particolari in questo articolo di Vittoria Tola su MicroMega). Doveroso un commosso omaggio a Giorgio Scerbanenco, scrittore illuminato che aveva già capito tutto.

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