Facciamo la festa alle donne

E ci risiamo. Di nuovo la famigerata azienda di vestiti da quattro soldi che usa foto d’autore sessiste, ma molto patinate, per vendere a 100 euro straccetti come questo1SI23C00C-704@1.1 comprabili a 20 euro sulle bancarelle cinesi. E si rinnovano le proteste, qui e qui. Vorrei aggiungere che l’ignoranza del messaggio degradante si associa con coerenza all’ignoranza di qualsivoglia strategia di comunicazione: la cosiddetta “campagna pubblicitaria” consiste soltanto nello scatto di un fotografo famoso, in totale assenza di qualsiasi messaggio che caratterizzi l’azienda, se non quello «Saltami addosso, sono a tua disposizione». 23155917_pitti-bimbo-la-grande-fiera-di-bibigirl-1Le donne, normalmente, non si propongono così (se non forse alle promiscue cenette di Arcore, e possibilmente in cambio di lauti e facili guadagni in nero). E allora? E allora si tratta di un approccio sottoculturale sbagliato, pensato per attizzare gli istinti e basta. E pericoloso, perché giustifica sul nascere comportamenti violenti di tanti uomini che considerano la donna un oggetto, o ancora peggio, un oggetto di loro proprietà: quelli che poi leggiamo troppo spesso sui giornali. Aveva proprio ragione la mia nonna quando diceva che «L’ignoranza è una brutta bestia». Porta solo male.

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Donna Oggetto/Soggetto

Perché l’Italia non si è ancora adeguata alla Risoluzione del Parlamento Europeo 3/2008 sulla strumentalizzazione dell’immagine della donna in pubblicità e nei media? Chi se ne dovrebbe occupare a livello istituzionale? La risposta dell’europarlamentare Patrizia Toja, che ho intervistato per DonneinQuota alla Festa Democratica del PD in settembre. Vediamo se nel 2013 succederà qualcosa.

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