Incolti e ignoranti? Milano, Italia.

17761_625124494181388_1996354407_nSul Sole 24Ore una tabella che è come una bastonata in testa: perché di teste si parla, e anche di cervelli (di tutte le età!) che da molti anni sono costretti a scappare all’estero per impiegare i loro talenti.

Una sorpresa? No, perché basta accendere la televisione per rendersi conto del livello infimo in cui anno dopo anno è precipitato il nostro Paese: ultimo in Europa per livello di Cultura, penultimo per livello di Istruzione.

Dov’è il problema? Nelle scelte politiche miopi che rifiutano la Cultura come potente motore di benessere, e si ostinano a idolatrare il Pil, che invece basa il suo valore anche e persino sul consumo di medicine da parte dei malati terminali.

 

In termini di Cultura e Istruzione, dicono i dati, anche l’Italia è terminale come un malato: un Paese straordinariamente ricco di bellezza, storia, arte, scienza e genialità che si sta buttando via. 735026_488298771205965_572650789_nAnche a Milano è successo: si è compiuta la scelta miope di licenziare il primo Assessore alla Cultura che stava restituendo anima a una Città imbruttita da troppi anni di Amministrazione incolta e ignorante: una persona colta, preparata e capace di fare scelte politiche virtuose (qui l’articolo di Repubblica). Sostituito. La cultura, l’istruzione e l’intelligenza in Italia fanno paura? Un popolo ignorante si governa meglio attraverso la superficialità del pensiero unico? Sembrerebbe di sì.

(3912 visualizzazioni)
Allora anche Dante sessista?

Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
dante

Non è giustificabile in alcun modo che Battiato, al Parlamento Europeo nella sua veste di Assessore alla Cultura della Regione Sicilia, si sia espresso in modo così sguaiato e inaccettabile sul Parlamento italiano: nella forma, e nell’uso ignorante di un termine a dir poco sottoculturale. battiatoPeccato però che le donne, nel suo infelice discorso, non c’entrassero niente (non è vero, come riporta Repubblica, che Battiato «aveva definito “xxxxx” le Parlamentari italiane). Si riferiva invece ai politici, uomini e donne, che mercanteggiano cariche per denari proprio come fin dal Medio Evo avviene nei bordelli, dove il sesso diventa solo una squallida merce a pagamento (con relativo sfruttamento e schiavismo delle donne). E così è stato nel nostro Parlamento e nel nostro Governo: una sfilza di indagati e un’altra sfilza di venduti che saltavano da uno schieramento all’altro. Per non parlare di personaggi squallidi non eletti da noi, ma inseriti nei vari listini bloccati di partito e obbedienti al capo come soldatini/e. O anche ministri/e senza qualifica che hanno fatto fare leggi dannose (Scuola), o nel migliore dei casi inutili (Violenza e Stalking). Dante proseguiva, nel VI Canto del Purgatorio, con un’altra terzina: Cerca, misera, intorno da le prode le tue marine, e poi ti guarda in seno, s’alcuna parte in te di pace gode. Che val perché ti racconciasse il freno Iustiniano, se la sella è vòta? Battiato non è come Dante un maestro delle invettive, è soltanto un maestro di vertiginose canzoni. Meglio che si istruisca sul vocabolario di genere (come la maggior parte degli uomini e dei politici, peraltro). Ma voleva dire malamente la stessa cosa. Ovvero Povera patria, titolo appunto di una sua celebre canzone (qui un video di musica e immagini storiche).

(3656 visualizzazioni)