Picasso, Bramantino, Bookcity, Pianocity, Biblioteche rionali, la Rotonda della Besana per i bambini, il Forum della Città Mondo, Musei pubblici aperti e gratuiti grazie a importanti sponsorizzazioni private.. Nel giro di un anno e mezzo Milano ha ritrovato un’anima che aveva perso da decenni. E altri progetti erano in cantiere: una mostra su Michelangelo, un’altra su Leonardo e un’altra ancora su Raffaello, per preparare la città ad accogliere i visitatori del prossimo Expo2015 come una vera capitale di Cultura e di Rinascimento. Così ha detto stamattina l’Assessore alla Cultura Stefano Boeri alla stampa, e alla cittadinanza presente in cerca di spiegazioni. Adesso non si sa, tutto da vedere. Ma i delusi sono molti, forse anche di più di quei 13mila che l’hanno votato nel 2011, perché nel frattempo l’Assessore aveva conquistato l’ammirazione anche di chi a quei tempi non l’aveva sostenuto. Una bella soddisfazione. Non sufficiente però per poter continuare il suo lavoro.
Ci lascia per adesso molte cose preziose, tra cui il progetto di trasferire la Pietà Rondanini al centro del Panopticon di San Vittore da cui si dipartono i sei raggi del carcere, dove ogni domenica si dice la Messa. La Pietà Rondanini è un simbolo di Milano, perché fu comprata nel dopoguerra dai cittadini milanesi, dopo una petizione popolare e una sottoscrizione. Mi piace pensare che Boeri lasci l’assessorato con questa immagine di una potenza e di una commozione senza paragoni anche per i laici, perché la pietas degli antichi rappresenta uno dei capisaldi su cui si basava la società: quel «sentimento del dovere insito in ogni uomo, che lo induce al rispetto e alla devozione nei confronti dei genitori, degli antenati, consanguinei e amici». La pietas nel senso di misericordia cristiana, invece, va rivolta a chi ha scritto o fatto scrivere questa brutta pagina di politica milanese.