Ferrante forever

quadrilogia-elena-ferranteUn amore, un grande amore: per una scrittrice che ti catapulta nei travagli di due donne – in flashback due bambine poi due ragazze – e ti fa vivere ogni conflitto attraverso lo sguardo opposto di entrambe, senza mai mollare la presa. Ma forse che quelle due ragazze Lila e Lenù sono una stessa persona? Potrebbe sembrare, in un certo senso: una donna d’azione che cerca di cavarsela in modo primitivo, spinta dall’istinto di sopravvivenza e con mezzi rudimentali; l’altra che, come in uno specchio, affronta le difficoltà invece come donna di pensiero, che agisce poco e osserva, soffrendo l’ingiustizia e spesso l’esclusione.

In mezzo alle due donne c’è Elena Ferrante, autrice che come poche altre sa scandagliare con spietatezza le profondità dell’animo femminile (e non venite a raccontare che è un uomo, perché tanto non è un argomento congruo, quindi neanche interessante; sono solo pettegolezzi editoriali di poco conto, basta leggerla, cercando di capire). Una scrittrice capace di precipitarti nella terra di camorra, dentro la prepotenza delle famiglie mafiose senza mai scrivere (in migliaia di pagine della quadrilogia che inizia con L’amica geniale), senza mai scrivere la parola ‘mafia’, ma solo mostrandola, facendola percepire ad ogni riga e in ogni sentimento sofferto dalle protagoniste. Insomma, una grande, grandissima scrittrice. Che fin dall’inizio me ne ha ricordata un’altra altrettanto sublime, Irène Némirovsky: per la stessa implicita grazia letteraria con la quale in Suite francese ricama sofferenze private per significare invece una tragedia collettiva, l’invasione nazista.
image_book.phpMa che Ferrante sia una grande scrittrice lo dicono già da tempo opinioni autorevoli e tante recensioni persino in America e nel mondo anglosassone: The New York Times, The New York Review of Books, The Guardian, The Economist, The Wall Street Journal, The New YorkerA noi basta leggerla, perché è un regalo della letteratura, e quindi della vita. Davvero non importa a chi andranno anagraficamente i diritti d’autrice, di tutto ciò si è già immaginato abbastanza scorrendo le pagine della Frantumaglia, altro libro da non mancare. Quando si arriva al 4° volume della quadrilogiaancora più potente dei precedenti, se possibile – si capisce che le chiacchiere e le polemiche stanno a zero. Avercene, di Elena Ferrante, nel panorama della narrativa italiana. Con qualsiasi nom de plume.

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